Il 9 febbraio è la giornata nazionale dei dolci fritti di Carnevale.
Perché il 9 febbraio è la festa dei dolci fritti di Carnevale?
Ti starai chiedendo perché sia stata dedicata una giornata ai dolci fritti carnevaleschi. La risposta è nel loro profondo legame con le tradizioni e la cultura popolare. Infatti rappresentano un importante aspetto delle abitudini alimentari di una volta.
Un tempo il popolo non poteva permettersi gli elaborati dessert della nobiltà e della ricca borghesia. Perciò, nei periodi di festa, si accontentava dei cibi di strada offerti dagli ambulanti. In ogni via delle grandi città e nelle piazze dei paesi era facile trovare almeno un carretto con un pentolone di olio o di strutto bollente dove sfrigolavano semplici impasti di farina, uova e zucchero.
I dolci fumanti che i venditori servivano a bambini e adulti assumevano un nome diverso sotto ad ogni campanile. Ma alla fine potevano essere riuniti nelle due grandi categorie che oggi conosciamo:
- le chiacchiere, le classiche sfoglie rettangolari dal bordo dentellato che in tutta Italia sono conosciute con più di quaranta nomi diversi;
- i tortelli, le frittelle tonde e soffici servite vuote o ripiene con creme, confetture o panna.
Ma esistono anche dolci al forno di Carnevale? La risposta è sì, anche se sono prodotti conosciuti ormai solo a livello locale e che un po’ per volta stanno scomparendo.
Ad esempio a Firenze è ancora apprezzata la schiacciata fiorentina, una torta soffice rettangolare ricoperta di zucchero a velo che non ha nulla a che vedere con la più famosa focaccia salata. Questo dolce viene preparato con una pasta di pane a cui vengono aggiunte uova, strutto, succo e buccia grattugiata di arancia. Per tradizione viene servito nel giorno del Berlingaccio, il giovedì grasso.
A Napoli invece si può ancora trovare, anche se a fatica, il migliaccio del martedì grasso, una torta di semolino che può essere farcita con uvetta, canditi o cioccolato.