Il 23 febbraio è la giornata nazionale dei dolci quaresimali, i tipici biscotti alle mandorle siciliani. Mangiarli a colazione con il caffè o il cappuccino, dopo pranzo con un vino liquoroso o per merenda con un succo di frutta sarà il modo migliore di celebrare questa ricorrenza.
Perché i dolci della Quaresima si festeggiano il 23 febbraio?
Come sai la Pasqua non ha una data fissa come il Natale ma si celebra sempre di domenica, per la precisione quella successiva alla prima luna piena di primavera. Per questa ragione cambia ogni anno anche l’inizio della Quaresima, il periodo di quaranta giorni che precede la Pasqua.
Quindi come si poteva decidere il giorno dedicato ai dolci quaresimali? Sarebbe stato giusto basarsi sul calcolo delle fasi lunari. Ma sinceramente a tutti piace avere un punto di riferimento ben preciso. Per questa ragione è stato scelto un giorno nell’ultima settimana di febbraio. E’ vero che a volte il 23 precede l’inizio della Quaresima e altre volte lo segue. Ma che sia in anticipo o in ritardo l’importante è che questa giornata ci avvisi che sta per arrivare la Pasqua. Potremo così prepararci a questo momento in tutti i sensi: sia quello spirituale che quello alimentare. Niente carne, cucina di magro ma dolci in abbondanza.
Quali sono i dolci regionali della Quaresima?
La celebrazione dei santi e delle feste religiose ha sempre rappresentato per il popolo una ghiotta opportunità culinaria. Almeno per un giorno si poteva abbandonare una dieta povera e monotona e godersi il piacere di un dolce. Anche una pagnotta leggermente zuccherata era motivo di allegria.
Non poteva fare eccezione il periodo della Quaresima. Anzi, l’obbligo di digiuno e il divieto di consumare carne erano due motivi in più per cercare il conforto in biscotti e dolcetti preparati con miele, frutta secca o canditi.
E’ stata proprio la pasticceria siciliana a offrire il contributo dolciario più importante e famoso a questa festa dedicandole i biscotti quaresimali, chiamati in dialetto tagliancozzi. Se non hai mai sgranocchiato almeno una volta questi bastoncini croccanti come il torrone, farciti di mandorle e aromatizzati con la scorza di limone è arrivato il momento di scoprirli.
La ricetta dei quaresimali siciliani ha ispirato prodotti simili in tutta Italia. La somiglianza poi con i cantucci di Prato è così straordinaria da essere stata oggetto di aspre polemiche su quale dei due biscotti sia quello originale. A difesa di quelli siciliani dobbiamo però dire che i cantuccini contengono burro, un grasso animale il cui impiego era proibito o almeno sconsigliato dalla Chiesa durante la Quaresima. Gli ingredienti dei quaresimali siciliani sono quindi più conformi a questo periodo di astinenza.
Sempre in Toscana si consuma in questo periodo il pan di Ramerino. Il nome deriva dal termine toscano con cui viene chiamato il rosmarino, che assieme a zucchero e uva zibibbo forma l’impasto di questi piccoli panini.
I fiadoni sono una specialità del Molise preparata fra il Carnevale e la Pasqua. Sono dei ravioli ripieni di ricotta, uova e cannella che vengono cotti in forno e serviti freddi decorati con una foglia di ulivo.
In Campania sono famosi i biscotti neri, così chiamati per il loro aspetto scuro e lucido ottenuto versando dello zucchero caramellato su un impasto di miele, farina e albume d’uovo. In alternativa lo stesso risultato si ottiene aggiungendo del cacao amaro. Una particolarità di questi dolcetti molto apprezzata dai bambini è la loro forma, che riproduce quella di tutte le lettere dell’alfabeto. In origine però i fornai modellavano solamente la A, la O e la M. Queste tre lettere rappresentano rispettivamente Alfa, Omega e Memento e hanno un ruolo importante nella simbologia cristiana.
Il quaresimale del Lazio è invece una versione più piccola del maritozzo, il dolce della prima colazione preferito dai romani. Ha la forma di un panino e viene farcito con pinoli, uvette e canditi.
Risalendo la penisola arriviamo in Liguria e a ai suoi quaresimali genovesi. Diversamente da quelli siciliani questi dolcetti hanno una consistenza morbida e sono preparati con una pasta di mandorle aromatizzata all’arancia.
Infine in Veneto, in particolare nelle province di Venezia, Vicenza e Padova, troviamo la fugassa. Questa specialità ha ormai perso la sua caratteristica di dolce pasquale e si può acquistare durante tutto l’anno. Si basa su di un impasto di farina, uova, burro, lievito e scorza di limone che comporta lunghi tempi di lievitazione. Dopo essere stata cotta in forno viene servita ricoperta di zucchero.