Il finger food della bontà

Cannolo siciliano

Il cannolo siciliano

Storia e curiosità sul cannolo siciliano

Come per tutti i dolci più popolari anche sul cannolo esistono diverse leggende sulle sue origini. La più maliziosa risale al periodo della dominazione araba in Sicilia. Si racconta infatti che venne creato dalle concubine dell’harem del sultano di Qual’a Nissa, l’odierna Caltanissetta, per simboleggiare la virilità del loro signore.

Se fu inventato in un gineceo è ai conventi di clausura siciliani che va invece riconosciuto il merito di aver salvato e diffuso la sua ricetta anche dopo la sconfitta degli arabi da parte dei normanni nell’XI secolo. Per i monasteri non si trattava solo di un’attività economica ma anche di una forma di penitenza contro il peccato di gola, dato che le suore che preparavano i cannoli, assieme a tanti altri prodotti tipici di pasticceria, dovevano resistere alla tentazione di assaggiarli. Per evitare ogni contatto con il mondo esterno i dolci venivano poi venduti appoggiandoli su una bussola girevole, simile a quella usata per i neonati abbandonati, che ruotando li portava ai clienti. Un nuovo giro consegnava invece all’interno i soldi del pagamento.

La lunghezza della cialda può variare dai 15 ai 20 centimetri. Erano celebri per la generosità delle loro dimensioni i cannoli confezionati nel convento di Santa Caterina a Palermo, soprannominati cannoli della zia monaca. Ma è nel 2018 che è stato battuto il record con la preparazione ad Aci Bonaccorsi, in provincia di Catania, di una cialda lunga 7,69 metri e pesante oltre 130 chili. Per i meno ingordi sono comunque disponibili anche i piccoli cannolicchi, grandi quanto un dito mignolo.

Il cannolo è stato a lungo uno dei simboli del Carnevale siciliano, come recita questa filastrocca popolare del XVII secolo che non ha certo bisogno di traduzione.

Beddi cannola di Carnalivari

Megghiu vuccuni a lu munnu ‘un ci nn’è

Su biniditti spisi li dinari

Ogni cannolu è scettru d’ogni Re

Lu Cannolu è la virga di Mosè

Cui nun ni mangia si fazza ammazzari

Cu li disprezza è un gran curnutu affè!


Oggi però il suo successo è tale da essere consumato in ogni occasione: per colazione, come street-food, per merenda o a fine pasto. E anche all’estero non c’è pasticceria italiana che non offra alla propria clientela un vassoio di cannolis da mangiare assieme a un espresso coffee.

Quali vini abbinare al cannolo siciliano

Moscati bianchi come il Moscato di Noto liquoroso o il Moscato di Siracusa.

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